Abbronzatura: informazioni utili e 10 consigli pratici

Stendersi al sole e sfoggiare una bella abbronzatura piace a tutti (o quasi).

Crogiolarsi su una spiaggia, sulle rive di un lago o a bordo piscina è sicuramente molto gradevole, ma la tintarella non va presa alla leggera. Infatti quel colorito bronzeo così attraente non è altro che un meccanismo di difesa della pelle, la quale tenta di bloccare i raggi ultravioletti emessi dalla nostra stella.

Stare al sole per periodi ragionevoli fa bene: ad esempio la luce solare stimola la produzione di vitamina D e pare che abbia effetti antidepressivi. Ma non bisogna esagerare: quindi se vuoi abbronzarti fallo, ma sempre con molta prudenza… Magari seguendo i nostri consigli!

 

Blog di Coopernuoto - Informazioni utili e consigli pratici per l'abbronzatura

 

Cosa sono i raggi ultravioletti?

I raggi ultravioletti (UV) sono una componente della luce solare. Più precisamente sono radiazioni elettromagnetiche che nello spettro si trovano tra la luce visibile e i raggi X. Infatti il termine ultravioletto deriva dal fatto che il viola è l’ultimo colore dello spettro visibile.

A seconda della loro energia i raggi UV si suddividono in UV-A (i meno energetici) UV-B e UV-C (i più energetici). L’energia posseduta dalle radiazioni è inversamente proporzionale alla loro lunghezza d’onda: più la lunghezza d’onda è piccola, più i raggi sono potenti e aumenta la loro capacità di penetrazione nei tessuti viventi.

La nostra atmosfera blocca gran parte della radiazione UV che arriva dal sole, altrimenti la vita non sarebbe possibile, ma una certa quantità riesce comunque a raggiungere la superficie terrestre.

 

Danni causati dai raggi ultravioletti

Se assorbiti in grande quantità, per lunghi periodi e senza adeguate protezioni, i raggi UV possono causare problemi alla pelle che vanno dalla comparsa di lentiggini, eritemi, invecchiamento precoce e scottature fino ad arrivare a patologie molto gravi come il melanoma.

I raggi UV-B sono responsabili delle scottature e delle altre conseguenze a breve, medio e lungo termine, anche se la nostra atmosfera blocca gran parte delle radiazioni che effettivamente colpiscono la Terra.

I raggi UV-C sono i più pericolosi, ma vengono quasi totalmente schermati dall’ozono presente nell’atmosfera.

I raggi UV-A non provocano ustioni ma penetrano ugualmente nella pelle e possono provocare anch’essi danni a lungo termine.

Per avere un’idea della potenza dei raggi UV, considera che vengono usati anche come agente sterilizzante.

L’evoluzione naturale ha dotato alcuni esseri viventi, sia animali che vegetali, di sistemi di difesa contro i raggi UV. Nell’uomo tale sistema è rappresentato dalla melanina, un pigmento che scurisce la pelle causando l’abbronzatura.

La produzione di melanina è attivata direttamente dall’esposizione alla radiazione ultravioletta, però non ha efficacia immediata. Per abbronzarsi ci vuole un certo tempo, e se tale processo non si svolge con gradualità le conseguenze possono essere molto serie.

La radiazione ultravioletta può causare anche altri effetti nocivi, come la cataratta (l’opacizzazione del cristallino), l’aggravarsi di certe malattie dermatologiche o la comparsa di effetti collaterali dati dall’interazione con alcuni farmaci.

Infine tieni presente che lo strato di ozono si sta assottigliando in diverse zone del globo, quindi la schermatura atmosferica contro gli UV-C è meno efficace che in passato. Anche per questo motivo sarebbe meglio limitare l’esposizione al sole.

 

Conosci il tuo fototipo?

A seconda del loro corredo genetico gli esseri umani possiedono pelli con diversi gradi di sensibilità ai raggi UV. I differenti stadi di resistenza sono classificati in gruppi chiamati fototipi.

I fototipi sono 6 e in ordine crescente vanno dal primo (pelle chiarissima e sensibile, che produce pochissima melanina) al sesto (pelle scura e meno sensibile, che produce molta melanina). Un fototipo 1 si scotterà in brevissimo tempo non riuscendo praticamente mai ad abbronzarsi, mentre un fototipo 6 resisterà molto più a lungo prima di ustionarsi.

Quindi prima di esporti al sole dovresti sapere qual è il tuo fototipo, perché questo ti fornisce un’indicazione abbastanza precisa sul genere di protezione che devi adottare quando prendi la tintarella.

 

Creme solari e fattori di protezione

Per proteggersi dal sole si usano creme o lozioni apposite, identificate da un cosiddetto fattore di protezione (SPF, dall’inglese Sun Protection Factor).

Le creme solari filtrano i raggi UV-B e una parte minore di raggi UV-A.

La validità del fattore di protezione sarebbe un argomento lungo da trattare, e ancora oggi è oggetto di controversie. Per spiegarlo in poche parole, il fattore di protezione è rappresentato da un numero. Questo numero indica approssimativamente di quanto si allunga il tempo di esposizione prima che compaia l’arrossamento (eritema). Ad esempio se tu usassi una crema con SPF 30, in teoria ti scotteresti in un tempo 30 volte maggiore di quello che impiegheresti senza usare quella crema.

Un altro parametro empirico che viene suggerito per capire il valore di un SPF è la percentuale di raggi UV-B che viene lasciata passare dal filtro. Per fare un altro esempio, usando una crema con SPF 30 la tua pelle assorbirebbe solo 1/30 della radiazione ultravioletta che la colpisce.

Attualmente una normativa europea prevede che una crema solare debba garantire una protezione dai raggi UV-A pari ad almeno 1/3 di quella indicata come SPF.

Detto questo è bene sapere che il fattore di protezione non ha un valore assoluto ma solo qualitativo perché, ovviamente, la crema solare non può cambiare il fototipo di chi la usa. Basti tenere a mente che un SPF più alto significa maggiore protezione dal sole e che in ogni caso, quale che sia il tuo fototipo, sarebbe sempre consigliabile usare creme con alto SPF.

 

10 consigli pratici per una corretta abbronzatura

1. Quando arriva la bella stagione abbronzati per gradi, iniziando con sedute di poche decine di minuti e aumentando via via il tempo d’esposizione.

2. Fai attenzione perché ti puoi scottare anche d’inverno se le giornate sono particolarmente soleggiate.

3. Esponiti preferibilmente al mattino presto e nel tardo pomeriggio. In queste parti della giornata il sole è meno alto nel cielo: la luce arriva diagonalmente e deve attraversare uno strato più spesso di atmosfera, con conseguente maggior assorbimento di raggi UV.

4. Fai attenzione perché ti puoi scottare anche con il cielo nuvoloso. È vero che le nuvole possono assorbire i raggi UV, ma uno strato nuvoloso poco consistente aumenta la diffusione di quelli che riescono ad attraversarle.

5. Bevi molta acqua per mantenere idratata la pelle.

6. Consuma molta frutta e verdura per garantirti un adeguato apporto di acqua, sali minerali, vitamine e antiossidanti. I vegetali di colore giallo, arancione e rossastro contengono beta-carotene, precursore della vitamina A. Si è ipotizzato che il beta-carotene stimoli la produzione della melanina, ma da vari studi effettuati sembra che ciò non sia vero (il beta-carotene assunto in grandi quantità colora la pelle, ma indipendentemente dalla melanina). I vegetali di colore rosso scuro, violaceo e blu sono invece ricchi di antociani, pigmenti antiossidanti che servono alle piante per proteggersi dai raggi UV. Pare che negli esseri umani contrastino l’azione dei radicali liberi, rallentando il processo d’invecchiamento della pelle e diminuendo il pericolo di formazione di tumori, ma anche in questo caso le opinioni scientifiche sono discordanti.

7. Usa sempre una crema solare adatta al tuo fototipo. Ricorda che, in ogni caso, sarebbe meglio impiegare sempre prodotti con alto fattore di protezione.

8. Cerca di non prendere il sole in luoghi dove ci sono riflessi (ad esempio troppo vicino all’acqua o sulla neve) perché essi amplificano l’irraggiamento della luce e, di conseguenza, anche quello dei raggi UV.

9. Fai attenzione se stai assumendo medicine oppure stai impiegando pomate medicamentose (anche di tipo erboristico). Consulta sempre il medico o il farmacista riguardo a eventuali effetti collaterali provocati dall’interazione con la luce solare.

10. In ogni caso è sempre consigliabile consultare un dermatologo per un controllo, specie se la tua carnagione è chiara e/o hai molti nei.